La psicologia per me significa relazione, vicinanza e supporto (concreto, umano e attento agli approcci e alle tecniche che hanno dimostrato di funzionare meglio su determinate problematiche). Ben presto, dopo gli studi, la mia scelta di dedicarmi a bambini, adolescenti e genitori si è concretizzata nella meravigliosa e arricchente esperienza formativa pluriennale nel reparto di Neuropsichiatria Infantile e dell’Adolescenza del Policlinico Riuniti di Foggia, nella quale ho avuto modo di entrare in contatto diretto con più di trecento bambini e adolescenti ricoverati, con le loro difficoltà e bisogni.
Psicologia: relazione, vicinanza, supporto.
Il mio metodo di lavoro
Successivamente, se ci sono i presupposti, si procede ad una valutazione psicodiagnostica, che prevede oltre al colloquio clinico con il minore e i genitori, la somministrazione di test standardizzati, questionari e interviste cliniche.
A conclusione di tale fase, si discute l’impostazione dell’intervento clinico che potrà includere, a seconda dei casi, il minore, i genitori o entrambi.
Nel mio lavoro è di fondamentale importanza la rete con altri professionisti del settore: neuropsichiatri infantili, pediatri, pedagogisti, logopedisti e tutte le figure coinvolte nella presa in carico di bambini, adolescenti e genitori.
Mantengo un approccio pratico alla soluzione dei problemi e costruisco, insieme alle persone coinvolte, progetti centrati sui loro obiettivi e bisogni.
Di chi mi prendo cura
Infanzia
In questa fascia d’età è di fondamentale importanza considerare il contesto familiare e relazionale di riferimento del bambino, per la comprensione delle caratteristiche e del significato funzionale della sintomatologia presente.
Alcune delle problematiche presentate alla mia attenzione hanno riguardato: paure improvvise, ansia e fobie, scoppi di rabbia, regressioni, selettività alimentare, capricciosità, lutto e perdita, nascita di un fratellino o sorellina, ingresso a scuola e altre situazioni in cui la famiglia ha sentito il bisogno dell’aiuto concreto di un professionista.
Il gioco è di fondamentale importanza. Nella stanza sono presenti materiali ludici come la casetta delle bambole, con personaggi che rappresentano una famiglia al completo, costruzioni, giochi strutturati come puzzle, carte o giochi da tavolo.
Altro importante strumento è il disegno: l’utilizzo di matite e colori permette al bambino di esprimere i propri contenuti emotivi attraverso un linguaggio a lui familiare.
Data l’importanza del contesto familiare nella lettura del disagio manifestato del bambino, il lavoro include necessariamente la famiglia.
I piccoli pazienti e i genitori potranno riflettere, in un luogo sicuro, sulle proprie difficoltà per riprendere, in tutta serenità, il loro percorso evolutivo.
Adolescenza
In questo periodo, il cambiamento è un aspetto centrale anche per il sistema familiare, che dovrà imparare a “navigare” nelle torbide acque del conflitto e a trasformarsi continuamente, alla ricerca di assetti più funzionali.
La famiglia può avere difficoltà a riconoscere una crisi evolutiva normale da uno stato di sofferenza più profondo, che necessita di attenzione clinica.
Intervenire precocemente è fondamentale per evitare che le situazioni di rischio degenerino in cronicità o in patologie gravi.
Adultità emergente
In questa fascia d’età i giovani adulti possono sperimentare sofferenza e malessere nell’affrontare questioni attinenti alle relazioni sociali e di coppia, ostacoli nel processo di “svincolo” e autonomizzazione dalla famiglia di origine, fragilità nei processi di adultizzazione e conflittualità nell’elaborazione di progetti di vita e nella realizzazione di sé.
Le situazioni arrivate alla mia attenzione, nel corso degli anni, hanno riguardato, ad esempio: ansia nell’affrontare esami universitari, blocco negli studi, interruzione di una relazione, eccessivi livelli di stress, preoccupazione per il futuro, conflittualità con la famiglia di origine e così via.
Genitorialità
L’obiettivo principale è aiutare i genitori in difficoltà a divenire consapevoli del proprio dialogo interiore nelle interazioni con i figli e ad allenarsi ad entrare in contatto in modo nuovo e rinnovato rispetto a quello abituale.
Tali modi possono diventare abituali e, talvolta, problematici.
Uno degli obiettivi nel lavoro con i genitori è percorrere la strada che porta dai propri vissuti (nel là e allora) all’esperienza genitoriale (nel qui e ora), per ridurre il livello di sofferenza in sé e nei figli, attraverso un lavoro sulle dinamiche genitore-bambino e sulla conseguente regolazione emotiva.