Può capitare di trovarci nella situazione in cui nostro figlio, durante un litigio con un compagno, gli abbia dato una spinta o uno schiaffo.
Quando parliamo con lui di ciò che è successo, quasi sempre risponde: “Ma ha cominciato lui!”.
Molte volte è vero, qualcuno ha detto o fatto qualcosa che ha scatenato la reazione del nostro bambino.
Come possiamo spiegargli che essere preso in giro non giustifica la sua reazione?
Dunque, iniziamo a disegnare ciascuna delle persone coinvolte.
Non è importante che i disegni siano perfetti, vanno bene anche se molto semplici.
Ora prepariamo dei gettoni, delle pedine o foglietti di carta colorata.
Spieghiamo che daremo a ogni persona coinvolta un gettone per l’azione compiuta e indicheremo il valore dell’azione.
Il nostro bambino è stato chiamato “stupido”. Quindi, l’altro bambino riceve un pezzetto di carta.
Ma poi nostro figlio gli ha dato uno schiaffo.
A questo punto, mettiamo i restanti pezzetti di carta sul nostro bambino.
Si può spiegare che, anche se l’altro bambino ha detto qualcosa che lo ha ferito, l’unica cosa “visibile” è che lui lo ha spinto o gli dato uno schiaffo.
Si può spiegare che in queste situazioni ci si mette sempre nei guai più degli altri.
Una volta compreso questo, riflettiamo su cos’altro avrebbe potuto fare e su chi avrebbe ricevuto i pezzetti di carta.
Ad esempio, se avesse ricambiato con la stessa moneta probabilmente sarebbero stati entrambi nei guai.
Oppure se si fosse allontanato o lo avesse detto all’insegnante, lo scenario sarebbe stato diverso.
Cercate di far pensare a quante più opzioni possibili.
In questo modo possiamo aiutare i nostri figli, in modo concreto, a capire che hanno più di una scelta quando provano rabbia e li aiutiamo a sviluppare la capacità di problem-solving e a riconoscere le conseguenze delle proprie azioni.
Aldo Scirano